Fu istituito con ordine della Consulta straordinaria degli Stati romani del 2 agosto 1809 [1] che prevedeva anche un regime provvisorio, secondo il quale i curati dovevano adempiere alle funzioni di Stato civile fino al 1 ottobre 1809, data in cui un apposito ufficio srebbe divenuto operativo. Il funzionamento dell'ufficio è descritto nel codice napoleonico (tit. II, cap. I, artt. 43 e 44). I registri in duplice copia dovevano essere chiusi e firmati alla fine di ogni anno dall'ufficiale di stato civile. Entro un mese dalla loro chiusura i registri dovevano essere depositati il primo negli archivi del Comune e l'altro presso la cancelleria del Tribunale di prima istanza. Le procure e gli altri documenti allegati agli atti di stato civile dovevano essere firmati dalla persona che li aveva prodotti e dall'ufficiale di stato civile e poi dovevano essere depositati nella cancelleria del Tribunale di prima istanza. Il 13 maggio 1814 il Governo pontificio soppresse lo stato civile ed ordinò di consegnare ai parroci tutte quelle scritture che, prima del periodo napoleonico, sarebbero state di competenza parrocchiale (atti di nascita, di morte, di matrimonio ed altro).