Istituito da Pio VII con il motuproprio del 23 ottobre 1817, parte III, il Corpo degli ingegneri pontifici di acque e strade costituiva un organo tecnico-amministrativo centralizzato, incaricato di tutte le operazioni riguardanti i lavori nazionali e provinciali di acque e strade, dalla progettazione alla cura delle fasi esecutive, al collaudo ed al controllo contabile. La nuova normativa, che riorganizzava integralmente il settore dei lavori pubblici dello Stato pontificio, ricalcava il modello introdotto dai francesi con il Bureau des Ponts et Chaussées, istituito dalla Consulta straordinaria per gli Stati romani con decreto del 1809, secondo lo schema esistente in Francia dalla metà del sec. XVIII.
Al fine di dotare delle necessarie competenze il personale tecnico da assegnare al Corpo, il provvedimento pontificio del 1817 - ispirandosi sempre all'esempio d'oltralpe - prevedeva nel titolo VI una Scuola d'ingegneri con due sedi: Roma e Ferrara. Presso l'Accademia di San Luca, inoltre, venne istituita una cattedra di Architettura idraulica e di Costruzione.
Dopo gli interventi di riforma degli studi promossi da Leone XII nel 1924, si giunse nel 1826 alle ordinanze con cui la Congregazione degli studi riunì le scuole degli ingegneri alle università di Roma e Bologna, riservando l'insegnamento tecnico agli ingegneri del Corpo e inserendo questi di diritto nel Collegio filosofico che conferiva le abilitazioni finali alla professione. Condizione per l'accesso al triennio previsto per acquisire la patente di ingegnere erano pregressi studi universitari in matematica e fisica.
Dal punto di vista organizzativo, gli ingegneri erano distinti in tre gradi: gli ispettori incaricati dell'esame dei progetti e della sorveglianza ai lavori, gli ingegneri in capo provinciali incaricati della direzione attiva dei lavori e gli ingegneri ordinari alle dipendenze dei precedenti, incaricati delle operazioni di campagna e dell'assistenza ai lavori.
Gli ingegneri di primo grado, cioè gli ispettori, erano così distribuiti: tre formavano il consiglio dei lavori di strade, residente in Roma, prescritto dal regolamento per i lavori di strade (parte I del motuproprio 23 ottobre 1817), il quale insieme al Consiglio amministrativo e al presidente delle strade costituì la Direzione centrale dei lavori delle strade nazionali; tra questi ingegneri erano distribuite le competenze sulle strade di Roma e su quelle nazionali e provinciali (per alcune province). Altri tre ingegneri ispettori, insieme ad un professore di matematiche, formavano il Consiglio dei lavori idraulici residente in Roma; tra di essi erano ripartite le competenze sui lavori idraulici camerali, sui lavori delle province di Ferrara e Bologna e della Romagna, e sul resto dello Stato; altri tre formavano il Consiglio della Commissione del Reno e risiedevano in Bologna; altri due risiedevano, quali consultori, uno presso il legato di Ferrara, l'altro presso il legato di Ravenna.