Organo elettivo, consultivo, fu istituito con motuproprio 14 ottobre 1847 (1): doveva interpellarsi per la compilazione e le riforme delle leggi ed ebbe ampie competenze tra le quali anche il sindacato finanziario. Alla sua istituzione fu infatti soppressa la congregazione di revisione dei conti e degli affari di pubblica amministrazione. I ministri potevano partecipare ai lavori della Consulta, senza però il diritto di voto; i deliberati della Consulta venivano sottoposti al Consiglio dei ministri ed al pontefice, che nei casi più gravi si riservava di interpellare il Sacro Collegio. Era costituita dal cardinale presidente ed un prelato vicepresidente, di nomina pontificia, e da 24 consultori eletti per cinque anni su terne proposte dai consigli comunali e provinciali e scelte tra i possidenti ed i professionisti, esclusi gli impiegati governativi. Cessò a seguito dell'istituzione dell'alto consiglio (senato, di nomina sovrana), del consiglio dei deputati (camera dei deputati, elettiva) e del consiglio di Stato, a norma dell'art. 67 dello statuto 14 marzo 1848 (2).