Il prefetto dei Palazzi apostolici aveva giurisdizione civile e criminale sui familiari del papa e su quelli che con il loro mestiere o la loro arte servivano nei Palazzi apostolici. Inoltre egli era anche governatore di Castelgandolfo ove agivano in sua vece un vicegovernatore e un luogotenente. Il Tribunale fu soppresso in periodo francese; ripristinato nel 1814 e riconfermato con motuproprio 5 ottobre 1824. La dichiarazione del 17 febbraio 1832 precisava che, in conformità al regolamento organico per l'amministrazione della giustizia civile del 5 ottobre 1831, paragrafo 41, veniva soppressa la giurisdizione civile del prefetto, mentre rimaneva in vigore quella criminale. La stessa dichiarazione, peraltro, prevedeva che in Castelgandolfo, località considerata parte integrante dei Palazzi apostolici, doveva risiedere un governatore con il compito di giudicare sia in materia civile, sia in materia criminale. Dalle sentenze di quest'ultimo era ammesso ricorso alla congregazione civile dell'auditor Camerae e agli altri Tribunali di Roma Le funzioni di notaio cancelliere erano espletate dal notaio dell'Ufficio 3° del Tribunale dell'auditor Camerae.