I "conservatores almae urbis " o "conservatores Camerae almae urbis" erano tre e venivano estratti ogni tre mesi dal novero delle famiglie nobili romane (con motuproprio di Clemente XII del 14 settembre 1731 l'estrazione ebbe scadenza semestrale, Pio VII però nel 1800 ripristinò la scadenza trimestrale). Con Pio IX fu eliminato il priore e i conservatori furono 5. Contemporaneamente alla loro estrazione si procedeva al sorteggio del priore dei caporioni. Nel 1311 già esistevano. L'autorità e l'autonomia della magistratura furono spesso offuscate dall'autorità pontificia e da quella del camerlengo dal quale dipendevano come amministratori della Camera capitolina. I conservatori ebbero la rappresentanza del Senato e del popolo romano e l'amministrazione della Camera capitolina; vigilavano sugli acquedotti, sulla conservazione delle antichità romane, sull'osservenza degli statuti di Roma, avevano cura delle mura cittadine, punivano i commercianti di commestibili che rubavano sul peso o alteravano i prezzi, concedevano la cittadinanza romana e i privilegi ai cittadini romani. I conservatori avavano giurisdizione civile e criminale sulle materie di loro competenza, inoltre decidevano i ricorsi dei consoli delle arti e del consolato dell'agricoltura, e su altre materie.
La loro residenza era in Campidoglio con gli uffici e l'archivio del Senato romano.
Il loro Tribunale fu soppresso nel 1847.