La disastrosa situazione finanziaria dello Stato pontificio e la impossibilità di adottare nuovi provvedimenti fiscali indussero Clemente VII verso la fine del 1526 ad istituire un debito pubblico. Esso ebbe il nome di « monte » e le relative obbligazioni furono chiamate « luoghi ». I luoghi di monte potevano essere « vacabili » cioè non trasmissibili per successione e « non vacabili o perpetui » cioè trasmissibili agli eredi. I monti a loro volta potevano essere, in base alle autorità che li erigevano, camerali, comunitativi o baronali. Essi assunsero vari nomi derivanti o dal nome del pontefice (monte Giulio, monte Sisto e così via); o dalla causa per cui venivano eretti (monte della fede); o dai redditi assegnatigli (monte Allumiere, monte del sale, monte del macinato); o, quando erano comunitativi, dai nomi delle comunità (monte Zagarolo, monte Sermoneta); o, infine, quando erano baronali, dai nomi delle famiglie in favore delle quali erano eretti (monte Savelli, monte Colonna ed altri). Il primo monte istituito da Clemente VII prese il nome di « monte della fede ».