Dopo l'alluvione del 1826 che vide l'Aniene rompere gli argini e danneggiare gravemente la città di Tivoli, il pontefice nominò Nicola Maria Nicolai quale commissario con pieni poteri amministrativi, civili e militari. Nicolai quindi si recò il 1 dicembre a Tivoli con Giuseppe Venturoli e Girolamo Scaccia, rispettivamente presidente ed ispettore del Consiglio d'arte, per predisporre i primi necessari interventi. Contestualmente insediò una Commissione consultiva formata da autorità locali sia laiche che ecclesiastiche, con le funzioni di tramite tra il Commissario ed il territorio, in modo da fornire le necessarie informazioni, eseguire le direttive del Commissario e prendere le determinazioni necessarie in sua assenza, sottoponendogliele per l'approvazione.
I lavori sull'Aniene furono eseguiti sotto la direzione di un ispettore del Consiglio d'arte e dopo la loro conclusione nel novembre 1828, Nicolai dichiarò formalmente cessato il suo mandato.