Con motuproprio 31 maggio 1822 [1] Pio VII istituì una Presidenza degli archivi (notarili) che sostituì la precedente Prefettura. In alcuni periodi l'istituto prese il nome di Presidenza degli archivi e del regime ipotecario, in quanto vi fu riunita l'amministrazione delle ipoteche. Già con il regolamento sul sistema ipotecario del segretario di Stato, 6 luglio 1816, al chierico di Camera prefetto degli archivi era stata affidata la giurisdizione e la sorveglianza sugli uffici della conservazione delle ipoteche e sui conservatori, mentre veniva attribuito al tesoriere generale solo il potere ispettivo per la verifica del pagamento delle tasse. Il contemporaneo motuproprio 6 luglio 1816 aveva infatti mantenuto, con l'art. 208, il sistema della conservazione delle ipoteche già introdotto nello Stato sotto il nome di «intavolazione». Nel 1832 (29 dicembre) il regime ipotecario fu sottratto alla Presidenza degli archivi e riunito agli uffici del bollo e registro in una Direzione generale dipendente dal Tesorierato generale della Camera apostolica.
Con l'istituzione del Ministero dell'interno (1848) la Presidenza fu trasformata in Direzione generale, dipendente dal Ministero; però ad essa fu ancora preposto un prelato con il titolo di presidente degli archivi. La Presidenza saggiava la capacità professionale degli aspiranti, prescriveva norme per la tenuta degli archivi ed aveva in genere la sorveglianza sulla professione notarile, sorveglianza che esercitava a mezzo di visite.