Il Monte di Pietà fu fondato dal francescano Giovanni Maltei da Calvi e fu approvato da Paolo III con la bolla "Ad sacram Beati Petri sedem del 9 settembre 1539. Come tutte le istituzioni di carità anche il Monte fu gestito da una confraternita denominata S. Maria del Sacro Monte di Pietà. Nel corso del XVI secolo, sopratutto ad opera dei cardinali protettori, Francesco Quinones, Rodolfo Pio di Carpi e nel 1564 Carlo Borromeo, la confraternita e il Monte ottennero molti riconoscimenti pontifici. Al cardinal Borromeo sono attribuiti gli statuti redatti nel 1565 (1). In seguito al chirografo di Benedetto XIV del 31 luglio 1743 furono trasferite presso il Monte la depositeria della Camera apostolica e la tesoreria segreta.

"La fusione del Monte di Pietà di Roma nella Cassa di risparmio di Roma avvenne nel 11937 con decreto 18 -2 -1937, n. 117. A quella data e già da due secoli circa, l'archivio del Monte non era più integro come si deve considerare fosse rimasto fino al 1740.
.....Il Monte coprì per certo verso, in parte le funzioni che oggi sono attributo degli istituti di emissione o delle banche federali o nazionali e in parte quelle dell'amministrazione del Tesoro dello Stato. Così il Monte di Pietà fu il succedaneo alimento dell' Erario Sanzione, di quel patrimonio cioè, di riserve auree costituite da Sisto V in Castel S. Angelo ed esaurito nel secolo XVIII, ma che senza la fonte perenne del Monte di Pietà a cui i pontefici attingevano come a casse di Stato in virtù di sovrane disposizioni - cioè dei loro stessi chirografi - sarebbe giunto all'estinzione molto prima"
"Il Monte pur essendo un unico ente, era costituito di quattro gestioni distinte, assunte attraverso i secoli:
-Banco di deposito
-Depositeria generale della R.C.A.
-Zecca
-Depositeria urbana
Delle gestioni suddette, quelle della depositeria generale della R.C.A. e della Zecca hanno un'importanza preminentemente politica, dato che le rispettive gestioni riassumevano l'amministrazione del Tesoro dello Stato e dell'istituto di emissione" (2).