- consistenza:
- 5 buste
- descrizione:
- La miscellanea "Consolati" contiene materiale relativo a due diversi tipi di istituzioni: i Consolati pontifici all' estero e i Consolati dei due porti dello Stato, Ancona e Civitavecchia. Vi sono poi anche alcuni atti riferentisi ai Consolati delle nazioni estere nello Stato pontificio.
I Consolati all' estero erano istituzioni che provvedevano all' assistenza dei sudditi pontifici nei porti esteri, curando soprattutto l' aspetto commerciale e il traffico marittimo. Originariamente, nel sec. XI, i Consolati all' estero avevano il compito di giudicare, conformemente al principio della personalità del diritto, delle controversie insorte all' estero fra i sudditi di una stessa nazione (1), ma all' epoca cui si riferisce la documentazione (gli ultimi tre decenni del sec. XVIII circa) tale funzione non era più esercitata, in quanto i vari Stati (ivi compreso lo stesso Stato pontificio) rivendicavano a sè tale prerogativa, attraverso propri organismi giudiziari. Così nella busta 3, fasc. 4 vi sono documenti riferentisi a conflitti di giurisdizione fra il console pontificio a Fiume e i tribunali di quella città, e sempre nel medesimo carteggio, vi sono dichiarazioni dei Consoli del Commercio di Ancona attestanti che: "... tutte le cause mercantili, che vertono in questa città, tanto fra negozianti esteri che cittadini, fra capitani di navi e padroni di barche di qualsiasi nazione, particolarmente per le prove di fortuna, getti, avaree, protesti di lettere di cambio ed altro, tutte devonsi attirare in questo tribunale del Consolato dei Mercanti, privativamente ad ogni altro tribunale in conformità dei noti privilegi dei sommi pontefici conceduti al ridetto Consolato; perlochè gli rispettivi signori Consoli delle nazioni estere ... non hanno giurisdizione, nè tribunale per simili atti e giudizi sopra i loro nazionali, alla riserva del solo signore Console degl' Orientali ...".
I consolati nei porti dello Stato in Ancona e Civitavecchia, detti anche Consolati del Mare, erano invece gli organi preposti ai collegi dei mercanti esistenti nelle due città, le quali godevano, all' epoca cui si riferisce la documentazione, dello status di porto franco.
Il porto di Ancona era stato, fin dall' epoca della caduta del libero comune (1532), al centro dell' attenzione dei pontefici che, con provvedimenti di varia natura, avevano cercato di attirarvi il traffico commerciale. Particolarmente importanti furono per la città i provvedimenti di Clemente VIII che, con costituzione dell' 8 marzo 1594, stabilì numerose franchigie e privilegi a favore del porto di Ancona, e con il medesimo atto istituì il Consolato del Mare, come organo preposto all' Università dei Mercanti e con giurisdizione sulle cause di commercio. Numerose altre misure furono poi adottate in favore del porto di Ancona; misure culminate con l' istituzione del porto franco, avvenuta nel 1732, ad opera del pontefice Clemente XII. Le provvidenze stabilite per Ancona furono successivamente estese anche al porto di Civitavecchia: nel 1742 gli "Statuti del Commercio e Consolato del porto franco di Civitavecchia" di Benedetto XIV conferirono alla città il medesimo status di porto franco di cui godeva Ancona e, con motu-proprio del 16 febbraio 1742, fu istituito il Consolato del Mare, anch' esso sul modello di Ancona. Il Consolato esercitava sia funzioni amministrative che giudiziarie in ordine alla navigazione e al commercio, e aveva un proprio tribunale composto da tre giudici eletti fra i membri del Collegio dei Mercanti, ed affiancati da un Assessore, esperto di diritto. Oltre a questi c' erano poi altri tre giudici, che dovevano conoscere degli appelli, e che venivano estratti a sorte tra i membri del Collegio dei Mercanti. Altri tre giudici, infine anch' essi estratti a sorte, dovevano giudicare in terza istanza nel caso di discordanza fra il primo giudizio e l' appello.
L' istituzione è indicata nelle carte con diverse denominazioni: Consolato del Mare, Tribunale del Consolato, Tribunale della Marina, Consolato del Commercio e, negli atti successivi al 1790, anche Tribunale del Commercio.
1) Cfr. Pertile, Storia del Diritto italiano, vol. 6, tomo 1, pp.122-129, Bologna 1966, ristampa anastatica.
- storia della custodia:
- Tutto il materiale della presente miscellanea proviene dell'Archivio del Camerlengo, eccetto il fascicolo 4 della busta 5, di probabile provenienza dell'archivio della Congregazione del buon governo. Manca il fascicolo 8. Salvo diversa indicazione si tratta sempre di carteggio.
- strumento di sala n°:
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113/31
- bibliografia:
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Storia del Diritto italiano