• consistenza:
  • 900 volumi
  • descrizione:
  • Le 900 unità, fra protocolli, repertori e rubriche, che costituiscono l' archivio dell' Ufficio 2, occupano un arco di tempo che va dal 1562 al 1884 (1). L' Ufficio attualmente contraddistinto con il n. 2 recava nell' elenco del François (2) il n. 6 e faceva parte dei 15 uffici che affiancavano l' attività del tribunale del primo Collaterale di Campidoglio: sono difatti presenti nei protocolli della serie Istromenti, atti verbalizzati per tale tribunale assieme agli atti privati, costituiti da locazioni, vendite, obbligazioni, censi, contratti di varia natura, testamenti ed inventari post mortem (3).
    --- La serie degli Istomenti (1562-1884) ---
    I protocolli dell' Ufficio 2 del Collegio dei Trenta Capitolini raccolgono in ordine cronologico, nella serie denominata "Istromenti", di gran lunga la più cospicua dell' ufficio, gli atti privati, contenenti attestazioni di contratti giuridici di diversa natura fra privati, gli atti (prevalentemente atti di giurisdizione volontaria) redatti per il tribunale del primo Collaterale di Campidoglio, i testamenti.
    Il primo notaio della serie è Francesco Richettus, i cui atti si conservano a partire dalla fine del 1562 continuativamente fino al gennaio del 1600, anno in cui egli molto probabilmente muore. L' ufficio è retto dai notai sostituti fino al 1602, anno in cui gli succede ufficialmente Ascanio Righetti, probabilmente suo fratello, figlio o nipote (4).
    I primi protocolli del notaio Ascanio Righetti (5) si aprono sempre con un proemio in cui il notaio presenta se stesso, secondo l' uso medievale (6), come "notaio romano" che discende la propria carica dall' autorità pontificia e da quella imperiale, ed inoltre egli scrive di essere inserito nel libro della "Matricola notariorum romanorum", alla quale, proprio nel dicembre del 1562 fa riferimento esplicito il bando dei Conservatori del dicembre 1562 (7); inoltre il notaio accompagna la propria sottoscrizione in calce al proemio con il segno del tabellionato in cui è inserito il motto personale "Quid dulcius ocio literato?".
    Il notaio inoltre scrive nell' actum dei suoi rogiti che il proprio ufficio nel 1569 si trova nel rione Campitelli, mentre dal 1572 si sposta nel rione S.Angelo, ove rimarrà fino all' inizio del 1800, quando si sposta prima in via Florida n. 13, poi dal 1880 in via del Foro Traiano n. 25 ed infine presso S.Andrea della Valle n. 23.
    Gli atti, e conseguentemente la serie che li raccoglie, del notaio Francesco Righetti e del suo successore Ascanio Righetti, sono denominati Obbligazioni, mentre vengono definiti Istromenti a partire dal 1614.
    I primi 17 volumi sono registri di piccolo formato, eccetto il numero 3 bis, che è di formato grande, nei quali gli atti si presentano scritti da un' unica mano, che probabilmente copia dalle notule o minute redatte in fogli sciolti, e sottoscritti dal notaio Francesco Righetti, il quale chiude il protocollo con le formule del rito "explicit praesens prothocollum" oppure "absolutum est praesens prothocollum" seguite dalla sua sottoscrizione.
    I volumi successivi sono di grande formato e si presentano invece in forma di redactio in extenso o minute estese di atti, anch' esse quasi sempre sottoscritte dal notaio, ricche di correzioni ed inserti. I volumi sono cartulati anticamente.
    Si segnala che sono stati inseriti nella serie 3 protocolli di obbligazioni del notaio Francesco Righetti e di Scanio Righetti, risalenti alla fine del "500 ed all' inizio del secolo seguente, collocati alla fine dell' Ufficio 3 e mai identificati; è stato inoltre rintracciato nell' Ufficio 13, e reinserito in questo ufficio con il numero 61 bis, un registro di istromenti relativi alla confraternita della Immacolata Concezione in S.Lorenzo in Damaso, redatto da Ascanio Righetti, in qualità di segretario della confraternita.
    Anche Ascanio Righetti premette agli atti di ciascun protocollo un proemio dove si definisce pure "publicum Dei gratia, apostolica et imperiali auctoritate notarium et in matricola notariorum romanorum descriptum et matriculatum"; inoltre dal 1607 e fino al 1614 il notaio Ascanio Righetti specifica nel proemio che il protocollo contiene solo istromenti: "testamentis et ultimis voluntatibus exceptis". In realtà mancano i protocolli di testamenti per questa fascia cronologica poichè i due volumi di testamenti per questa fascia cronologica poichè i due volumi di testamenti rintracciati coprono l' arco cronologico 1613-1634.
    Il proemio con cui il notaio presenta se stesso ed il proprio protocollo continua a comparire anche nei volumi di Leonardo Bonanni fino alla metà del XVII secolo ed oltre.
    Una caratteristica dei protocolli di questo ufficio, presente all' inizio fino a "700 inoltrato, è costituita dalla presenza di carte di guardia in pergamena, sulle quali compare spesso l' anno di riiferimento degli atti conservati nel protocollo ed il notaio stesso per la propria clientela e, magari non avendolo rilasciato, veniva riutilizzato a tale scopo.
    Peraltro va detto che l' ufficio, nel quale si avvicendano generazioni di notai, quali i Righetti ed i Bonanni fino alla fine del "600, cui seguirono una lunga titolarità del notaio Persiani e del notaio Paoletti, ed infine tre generazioni dei Conflenti, Marco senior, Antonio e Marco junior, tra la fine del "700 e la metà dell' "800, si presenta molto curato nella tenuta dei protocolli, molto ricco di documenti cartografici, pergamenacei e a stampa, inseriti come allegati agli atti, il cui inventario è tuttora in corso (8).
    La clientela dell' ufficio risiedeva per la maggior parte nel rione S.Angelo in cui aveva sede l' ufficio; essa si configura in maniera quasi definitiva già con la titolarità dei Righetti: dalla fine del "500 si trovano numerosi gli atti di affitti e vendite di prodotti provenienti dalle tenute di campagna della famiglia dei Cavalieri, dei Mattei e dei Cenci così come, a far data dal 1606, l' ufficio comincia a redigere atti per la società dell' Immacolata Concezione in S.Lorenzo in Damaso, che si occupava, tra l' altro, di doti per fanciulle povere. La parte preponderante della clientela dell' ufficio 2, a partire dai notai Righetti, è rappresentata, oltre che dalle famiglie sopra citate, anche dalle confraternite e dalle corporazioni o "università" di artigiani, per le quali i notai rogano gli atti e verbalizzano le riunioni di congregazione.
    Durante i pur brevi notariati di Evaristo Bonifaci e Protogene Delfini (1615-1620) l' ufficio redige atti e scritture per la confraternita di S.Maria del Carmine in S. Crisogono, per la società dei Funaroli e Linaioli, per la società "exitorum pannorum lane" in S.Anna a Marmorata ed in ultimo Giovanni Battista Bonanni, il cui motto è "Nec vi nec pondere", si susseguono nell' ufficio nel corso dell' XVIII secolo e redigono, a partere dal 1628 in avanti, innumerevoli atti e scritture per la società della "Pia casa degli Orfani" in S. Maria in Aquiro; dal 1643 compare tra la clientela abituale dell' ufficio la corporazione degli Ortolani in S.Maria dell' Orto, di cui il notaio verbalizza le attività e le riunioni di congregazione, così come accade per il Collegio dei Mercanti dell' arte e della lana e, dal 1661, per la corporazione degli Osti Tavernieri di Roma, ma anche per la confraternita della Beata Maria in Planctus, per la corporazione dei Macellari in S.Maria della Quercia (dal 1661), per la confraternita del Nome di Maria.
    Il notaio Giuseppe Antonio Persiani eredita e conserva la clientela prestigiosa dei Bonanni e durante la sua attività roga inventari di beni di cospicua entità per famiglie dell' aristocrazia romana, ed aggiunge alla clientela abituale- Persiani è "notaio collegiale" Collegio dei Mercanti dell' arte della lana- anche la corporazione dei Rigattieri e le universitas Campsorum. Le stesse considerazioni valgono valgono anche per il notaio Paoletti e per Marco Conflenti senior che concludono il XVIII secolo, mentre tra gli inventari redatti dal notaio Blasi nel secolo XIX, è da segnalare quello del cardinal Angelo Mai del 1854.
    Tutte le informazioni sopra presentate sono frutto di un paziente lavoro di schedatura e revisione di essa sugli originali, lavoro che ha permesso inoltre di precisare, integrare e completareil quadro dei notai titolari, con la rilevazione dei notai sostituti del titolare, sia che fossero incaricati ufficialmente della sostituzione oppure occasionalmente. I sostituti sono stati indicati di volta in volta chiarendo così la situazione che si veniva a creare nelle sottoscrizioni degli atti, ogni volta che si verificava una successione nell' ufficio notarile (9). Un' ultima annotazione riguarda la localizzazione dello studio dei notai dell' Ufficio 2 che è stata individuata in fase di schedatura dei protocolli, dall' esame dell' actum dei rogiti che venivano redatti in studio: come si diceva, la sede dell' ufficio notarile, dopo alcuni anni nel rione Campitelli, si stabilizza definitivamente nel 1571 nel rione S.Angelo, ove rimane fino al 1744, anno in cui si sposta in Piazza dell' Olmo (10) e vi rimane fino al 1813, quando si trasferisce in via Florida n. 13, da dove si sposterà ancora nel 1880 per trasferirsi in via del Foro Traiano n. 25.
    Rione Campitelli (vol.2) 1562-1570; Rione S.Angelo (vol.3) 1571-1743; (Rione Trastevere) Piazza dell' Olmo (vol.528) 1744-1813; (Rione S.Angelo-Pigna) Via Florida, 13 (vol.714) 1813-1879; (Rione Campitelli) Via del Foro Traiano, 25 (vol.878) 1880-1884.
    --- La serie dei Testamenti (1613-1634 e 1756-1894) ---
    I testamenti di questo ufficio vennero inseriti dai notai titolari, fin dall' inizio della loro attività (seconda metà del XVI), tra gli atti conservati nei volumi della serie degli Istromenti. Costituisce un' eccezione il notaio Ascanio Righetti che, dal 1607 in avanti, avverte nel proemio dei suoi protocolli di non includere testamenti ed atti di ultime volontà tra gli istromenti; tale prassi viene seguita evidentemente anche dai suoi successori fino al 1634, durante l' ufficio del notaio Leonardo Bonanni, poichè esistono 2 protocolli (nn. 884 e 885), nei quali sono conservati separatamente i testamenti e le donazioni rogate presso i notai dell' Ufficio 2, tra il 1613 ed il 1634.
    Per tutto il restante periodo di attività dell' Ufficio 2, i testamenti si trovano inseriti nei volumi degli Istromenti, sia che fossero redatti e consegnati all' ufficio notarile aperti, sia che si procedesse all' apertura di essi alla morte del testatore e al successivo inserimento di essi tra gli istromenti.
    La serie dei Testamenti chiusi, conservata separatamente dal resto dell' archivio dei Trenta Notai Capitolini, per quanto riguarda l' Ufficio 2, inizia dal 1756, data dalla quale si conservano, fino al 1870, 3 volumi di testamenti, per un totale di 234 testamenti, consegnati chiusi ed aperti in Archivio di Stato di Roma (11).
    La serie dei Testamenti dell' Ufficio 2 è dunque costituita da 2 volumi di testamenti (1613-1634) reperiti tra i volumi degli Istromenti, e da 3 volumi di testamenti chiusi relativi all' arco cronologico 1756-1870, a cui si deve aggiungere un volume di testamenti pubblicati dal notaio Blasi, relativo agli anni 1885-1894, presente nella serie a parte dei Notai dei Distretti Riuniti di Roma e Velletri, conservata sempre in Archivio di Stato di Roma. Si deve tenere presente che la ricerca dei testamenti va effettuata prevalentemente nei volumi di Istromenti, salvo per le fasce cronologiche sopra indicate per le quali i testamenti sono conservati a parte.
    --- La serie dei Protesti, Repertori di atti pubblici, Rubriche (1811-1884) ---
    I volumi descritti nell' inventario delle serie denominate "Protesti" e " Repertori di atti pubblici e Rubriche", raccolgono tipologie di atti e strumenti di ricerca ottocenteschi.
    (1) In sede di schedatura è stato assegnato un numero di corda a ciascuna unità archivistica, indipendentemente dalla serie cui essa appartiene; nell' ambito di questa operazione, si è reso necessario procedere a diversi spostamenti di volumi, i cui estremi cronologici non rispettavano la naturale successione cronologica degli atti. Di tali spostamenti rimane traccia nello spazio denominato "Note" del presente inventario ove si è inserito il vecchio numero preceduto da "ex".
    (2) A. FRANÇOIS, Elenco di notari che rogarono atti in Roma dal secolo XIV all' anno 1886, Roma 1886.
    (3) Per un quadro complessivi della legislazione relativa all' argomento, del campo di attività dei notai capitolini, della prassi di documentazione degli atti privati e pubblici, della tenuta delle scritture notarili, ed altro ancora si rimanda ad un lavoro di prossima pubblicazione sulla rivista "Roma moderna e contemporanea", Università degli studi Roma 3, Roma, a cura di Orietta Verdi.
    (4) Presso l' Archivio Storico Capitolino esistono protocolli del notaio Ascanio Righetti per il periodo 1609-1624. L' Archivio Storico Capitolino conserva le copie coeve degli atti notarili rogati a Roma a partire dal 1625, il cosiddetto Archivio Urbano, ma anche i rogiti originali di molti notai che rogarono a Roma in epoche precedenti e che non sono confluiti all' Archivio di Stato di Roma; il pontefice Urbano VIII, con la bolla Pastoralis officii del 16 novembre 1625, aveva istituito un archivio notarile generale, l' Archivio Urbano, nel quale dovevano essere depositate le copie di tutti gli atti rogati dai notai sia capitolini che curiali. Vedi a questo proposito L. GUASCO, I rogiti originali dell' Archivio Urbano del Comune di Roma, in "gli Archivi italiani" 6(1919), pp.240-250.
    (5) Nell' ambito del lavoro di inventariazione si è reso indispensabile differenziare il grado di analiticità della schedatura delle unità archivistiche: i volumi risalenti al ' 500, ed in particolare i volumi che precedono il 1586, sono stati esaminati nel dettaglio, onde definire esattamente l' arco cronologico della documentazione, il notaio autore degli atti contenuti nei protocolli, la sede dell' ufficio.
    (6) Nella Rubrica 52 delle Reformationes degli statuti dei notai, poste a seguito degli Statuti di Roma riformati al tempo di Paolo II, nel 1469, e trascritte nel codice di Oddo de Beka nel 1486, in ASC, Credenz. IV, tomo 88, si prevedeva espressamente che i protocolli di atti fossero dai notai rilegati annualmente, datati con l' anno del Signore, quello del pontificato, l' indizione, il mese ed il giorno, la sottoscrizione del notaio ed il suo segno notarile.
    (7) Nel registro detto "Matricola Capitolii", del quale non risulta conservato alcun esemplare, si dovevano "sottoscrivere tutti li notari capitolini presenti...con loro segni e sottoscrizioni solite acciò si possano in ogni tempo riconoscere lora mani, segni, sottoscrizioni e scritture..."; tale registro venne istituito per ordine dei Conservatori il 23 dic. 1562 (cfr. bando dei Conservatori alla data).
    (8) L' inventariazione dei soli documenti cartografici, piante, mappe e disegni, è curata da Francesca Curti per i secoli XVII-XVIII e da Stefania Piersanti per il secolo XIX, utilizzando una scheda elaborata in formato Access, con la direzione scientifica di Orietta Verdi.
    (9) Era molto difficile finora rintracciare un atto rogato da un notaio sostituto, se non si conosceva il nome del titolare dell' ufficio o il numero dell' ufficio stesso, mentre ora è possibile rintracciare nell' indice anche i nomi dei sostituti accanto a quelli dei titolari. Si deve comunque avvertire che il lavoro di rilevazione dei nomi dei sostituti ufficialmente incaricati e dei notai che effettuarono sostituzioni occasionali, è stato condotto senza alcuna pretesa di esaustività.
    (10) Viene così confermata la notizia fornita da Luigi Perego Salvioni nel suo elenco di notai romani, compilato nel 1785, Raccolta esattissima di tutti i notari dell' alma città di Roma, Roma 1785, che, alla data in cui redige il suo elenco, indica l' ubicazione dell' Ufficio 2 in "All' Olmo".
    (11) La serie, che contiene esclusivamente i testamenti chiusi dei 30 uffici notarili capitolini e degli uffici aggiunti, fu creata artificiosamente al momento del versamento inArchivio di Stato di Roma dell' archivio dei Trenta Notai Capitolini, forse nell' intento di salvaguardare un materiale documentario delicato, i testamenti chiusi. I testamenti furono poi aperti, su disposizione ministeriale, nel 1937. Per la consultazione dei testamenti esiste una rubrica dei testatori con estremi cronologici del testamento.
  • strumento di sala n°:
  • 1/2
  • allegati:
  • 30 Notai Capitolini - Ufficio 2 - Inventario
 

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