- consistenza:
- 280 registri e filze, 2 fascicoli
- descrizione:
- I registri dell' archivio della tesoreria provinciale di Avignone non sono che una delle quindici serie del fondo delle tesorerie provinciali dello Stato pontificio (1397-1799, con documenti fino al 1816) conservato nell' Archivio di Stao di Roma (1).
Il materiale documentario di questo fondo, fonte primaria per la storia della rispettiva "provincia" e per lo studio dell' amministrazione finanziaria dello Stato pontificio nel suo complesso, comprende i registri di entrata e uscita e, dal pontificato di Pio IV (1559-1565), le relative giustificazioni (salvo alcune lacune) dei tesorieri provinciali, i registri degli esattori di particolari gabelle e tasse nonchè di quei pagatori di specifici servizi come delle soldatesche (è il caso di Avignone), che nella provincia dipendevano direttamente dal tesoriere provinciale. Questi era, quale amministratore delle finanze dello Stato nella provincia, esattore e pagatore al tempo stesso: riscuoteva cioè le entrate dell' erario (censi, affitti, dazi e gabelle, tratte di grano, ecc.) e pagava le spese locali di competenza dell' amministrazione centrale sia di carattere ordinario che eccezionale, decretate queste ultime dal pontefice o dal camerlengo con provvedimenti formali spesso citati o riportati nei registri di tesoreria.
I conti poi e i libri delle giustificazioni venivano inviati ogni anno dai tesorieri provinciali alla R.C.A. per il controllo e l' approvazione che erano effettuati dai chierici di Camera a ciò delegati dall' organo collegiale.
La serie dei registri avignonesi dell' Archivio di Stato di Roma, che prima del presente studio analitico venivano individuati sotto il titolo improprio di "Tesoreria provinciale di Avignone", inizia dall' anno 1562 e termina con i conti relativi al 1791, presentati in Camera dall' ultimo "depositario e tesoriere" di Avignone Giuseppe Desiderio Millaudon Coudrier, a differenza della serie delle altre tesorerie camerali che partono, in genere, dai primi del secolo XV. La tesoreria avignonese riveste invero una posizione a sé nel panorama delle restanti tesorerie provinciali dello Stato pontificio, sia per la particolare collocazione geografica rispetto ai confini degli Stati della chiesa, sia per il precipuo connotato di "presidio militare" assunto dalla legazione.
La documentazione è costituita in particolare dalle scritture contabili del depositario della legazione, del depositario generale della R.C.A., del collaterale e pagatore generale delle soldatesche, del tesoriere della città e legazione di Avignone, del tesoriere di Carpentras e del contado Venassino. Vi sono inoltre alcuni conti particolari, come il registro n. 20, che è il conto del banchiere avignonese Giovanni Andrea Lazzari, e il registro n. 22 che è il conto del collaterale e pagatore delle soldatesche in Avignone Giovanni Battista Ricasoli, relativo al denaro ricavato dalla vendita dei grani di Narbona.
Data la varietà e l' alternanza delle qualifiche dei produttori di queste scritture contabili si crede opportuno far precedere l' inventario analitico dei singoli registri da una tavola sinottica che raggruppi questi ultimi secondo la carica rivestita dal titolare del conto con l' indicazione degli estremi cronologici relativi.
Il "presentatore" alla Camera apostolica delle scritture contabili avignonesi è, fino al 1691, il depositario, poi il tesoriere. Sia il depositario che il tesoriere presentano in Camera anche i registri dei conti consegnati loro dal pagatore delle soldatesche (2).
A partire infatti dal registro 56 (copia del conto di Giovan Pietro Modon di Castel Bianco, tesoriere e depositario della città e legazione di Avignone, conto presentato al vicelegato e governatore generale monsignor Marco Delphini) si rileva una notevole differenza rispetto ai conti precedenti. Non si tratta più esclusivamente dei conti del pagatorato delle soldatesche di Avignone, ma dei conti dei tesorieri: della città e legazione di Avignone e del contado. Inoltre non sono più originali ma copie dei conti stessi.
Il conto ora non viene presentato in Camera per il controllo e l' approvazione da parte della Congregazione dei conti; tali operazioni invece vengono effettuate direttamente in Avignone, presso la legazione apostolica.
A partire da questa epoca (3) si hanno conti separati, con distinti tesorieri per la città e legazione di Avignone e per il contado Venassino (compare spesso per quest' ultimo un vicetesoriere). Ai detti conti si affiancano i relativi registri delle giustificazioni. Dalle informazioni ricevute in merito alla copiosa documentazione relativa alla tesoreria della legazione e del contado avignonese conservata presso le Archives départementales-Département de Vaucluse, sembra che un importante "dossier" (B 530) dell' anno 1758, dimostri come si ordini al tesoriere del contado di versare il denaro al tesoriere di Avignone, forse per la carenza delle risorse finanziarie di quest' ultimo. Tra la documentazione segnalata dalla Direzione degli Archivi dipartimentali di Vaucluse e conservata ad Avignone sono da segnalare: i conti di Ignazio De Tolomas, pagatore e collaterale (mss. 2235-2237); il ms. 3200, conto di Giovanni Giuseppe Athenosy (succede al De Tolomas nel 1736-1790); i mss. 1713-1726, conti del De Tolomas e dell' Athenosy dal 1743 al 1790; infine gli "archivi Athenosy" che si trovano nella Biblioteca municipale di Avignone sotto la segnatura mss. 2235-2254; 3195-3220.
Il collaterale e pagatore delle soldatesche in Avignone riceve il denaro per il pagatorato dai depositari tramite i banchieri (in genere lionesi e avignonesi) che a loro volta introitavano dal tesoriere di Romagna, dal depositario generale della R.C.A. e dai doganieri di Roma.
Nei registri 34-42 (1624-1635) Fortunato e Tommaso Baccelli firmano come "partitanti" dell' iter contabile ricevendo i denari dai doganieri di Roma e dal tesorire di Romagna e versando uguale somma al collaterale pagatore delle soldatesche Olivieri del Bianco.
Nel registro 68 (1738-1740) che è il conto di Francesco Ramolfi, depositario generale della Camera e pagatore generale delle soldatesche, il pagatore delle soldatesche in Avignone riscuote per il tramite del tesoriere del contado (Giovanni Paolo Raoulx) e per il tramite del tesoriere di Avignone (Antonio Palerne).
Le voci delle uscite della tesoreria avignonese si riferiscono di massima al mantenimento del presidio militare (paghe delle compagnie di fanteria e cavalleria, paghe degli ufficiali, donativi straordinari, stipendi dei vicelegati, spese straordinarie per lavori di restauro e manutenzione al Palazzo apostolico di Avignone, spese per acquisto e distribuzione di munizioni, spese per gli alloggi e il restauro delle fortificazioni, spese di messaggerie, sussidio annuale della R.C.A. ai padri Gesuiti di Avignone, spese per la celebrazione delle maggiori festività religiose, spese straordinarie di stampa dei processi e dei regolamenti del vicelegato); le entrate, oltre che dal centro, provengono dalle diverse comunità del contado Venassino.
Tra le entrate compaiono in larga misura: diritti di affitti e privative, gabelle, composizioni di multe, censi e pensioni, prezzi degli uffici vacabili. Ma i massimi cespiti di entrata, a partire dalla metà del ' 700, provengono dalla tesoreria del contado, oltre che dalla gabella del sale, dai diritti del peso e sestiere, dalla privativa dell' appalto del tabacco (Antonio Palerne, tesoriere di Avignone, è contemporaneamente appaltatore del tabacco con il cui ricavato finanzia in parte le spese del pagatorato delle soldatesche).
La schedatura analitica e l' analisi economica dei registri mira in prospettiva ad ampliare la conoscenza del funzionamento, a livello provinciale, del complesso apparato finanziario pontificio e ad individuare le diverse gradualità di autonomia o di dipendenza della provincia dal centro.
Nella scheda di ogni registro sono state evidenziate: la data e la sottoscrizione della "presentazione in Camera", l' approvazione del conto da parte degli organi preposti alla revisione contabile con le relative sottoscrizioni (visa dei chierici di Camera e giudizi deputati alla revisione; saldo a firma del computista; visa finale a cura della Congregazione dei conti), le voci delle entrate e delle uscite, ove non ripetitive, i nomi dei banchieri per lo più lionesi e avignonesi, dei mercanti, dei tesorieri, dei legatie vicelegati apostolici.
Correda infine l' inventario un indice dei nomi con l' indicazione, per ogni nominativo, della qualifica rivestita e del numero del registro o dei registri in cui compare.
Per uno studio di carattere storico-economico delle scritture contabili avignonesi si consiglia di estendere l' analisi oltre che ad altri fondi dell' Archivio di Stato di Roma (3), anche alla documentazione avignonese dell' Archivio Segreto Vaticano, nonchè alla ricca quantità di documenti contabili conservati in Avignone, presso le Archives Départementales - Département de Vaucluse.
1) Le tesorerie provinciali fanno parte della prima delle tre ripartizioni dell' archivio camerale, la più organica, perchè riunisce per lo più registri e volumi - questa si articola in una trentina di serie, la ventinovesima delle quali è costituita appunto dalla documentazione delle tesorerie provinciali. Si tratta di un complesso di 7214 registri, cui debbono ancora aggiungersi quelli di analoga natura sparsi qua e là, in altri fondi o serie dell' Archivio di Stato di Roma.
E. Lodolini, I registri delle tesorerie provinciali dello Stato pontificio (1397-1816) nell' Archivio di Stato di Roma, in Studi in memoria di Federigo Melis, Napoli 1978, II, p. 431.
2) L. Sandri, Fonti per la storia di Avignone conservate nell' Archivio di Stato di Roma, in Mélanges offerts par ses confrères étrangers à Charles Braibant ..., Bruxelles, 1959, p. 5.
3) Il registro n. 56 si riferisce al luglio-agosto 1691.
- storia della custodia:
- La serie è costituita da 262 unità. I registri sono progressivamente numerati dal n. 1 al n. 261 (presente un registro 55 bis). In appendice alla serie dei registri c'è un pacco di carte sciolte che si riferiscono all'attività del Millaudon e di Filippo Casoni, ultimo vicelegato di Avignone (a tale unità è stato assegnato il n. 262) (1). Tale unità contiene i documenti (1790-1794) relativi alla situazione finanziaria dopo l'insurrezione degli Avignonesi (12 giugno 1790) che provocò la fuga del vicelegato.
1) L. Sandri, Fonti per la storia di Avignone conservate nell'Archivio di Stato di Roma, in Mélanges offerts par ses confrères étrangers à Charles Braibant ..., Bruxelles, 1959, pp. 4-5.
- strumento di sala n°:
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112/33 bis
112/33
- bibliografia:
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Notice sur l'organisation judiciare dans l'ancient Comtat Venaissin
Les Etats du comté Venaissin depuis leur origine jusqu'à la fin du XVIe siècle
Etude sur l'administration et l'histoire du Comtat Venaissin du XIIIe au XVe siècle
Problèmes de transfert; la papauté avignonnaise et ses banquiers
Fonti per la storia di Avignone conservate nell'Archivio di Stato di Roma
I registri delle Tesorerie provinciali dello Stato pontificio (1397-1816) nell'Archivio di Stato di Roma
I registri del Pagatorato delle soldatesche e dei tesorieri della Legazione di Avignone
Elenco di notari che rogarono atti in Roma dal secolo XIV all'anno 1886
Hierarchia catholica medii et recentioris aevi