• consistenza:
  • 459 buste e registri
  • descrizione:
  • L' archivio, versato nel 1955 dall' Ufficio distrettuale delle imposte dirette (già Agenzia delle imposte), è costituito dalla documentazione catastale del distretto censuale di Roma, che comprendeva in epoca pontificia la sola città di Roma con l' Agro romano e si è esteso in epoca unitaria ai comuni e alle frazioni di Campagnano, Cesano, Castelchiodato, Formello, Magliano Pecorareccio, Mazzano, Mentana e Monterotondo, aggregati in momenti diversi.
    Il nucleo più cospicuo ed organico dell' archivio consiste nelle scritture prodotte e raccolte dalla pontificia Cancelleria del censo di Roma per mantenere aggiornati i dati catastali relativi alle intestazioni delle particelle e alle variazioni di coltura, consistenza ed estimo dei beni immobili presenti sul territorio romano. E' per lo più documentata l' attività di conservazione del catasto geometrico particellare detto Gregoriano, ordinato con il Motu proprio del 1816 ed attivato in fasi successive tra il 1824 (per i beni compresi nella cinta muraria) ed il 1835. Benché Roma fosse assoggettata al pagamento dell' imposta fondiaria (dativa reale) dal 1801, la documentazione più antica qui conservata è costituita dalle istanze di voltura presentate a partire dal 1818, anno a cui risale il Regolamento sulla esecuzione delle volture che ne rese obbligatoria la presentazione. Sempre per Roma ed il suo territorio, alcuni registri presenti nell' archivio superano cronologicamente la cesura istituzionale rappresentata dall' annessione al Regno d' Italia per giungere sino all' inizio degli anni ' 90 dell' Ottocento.
    Per quanto riguarda le comunità successivamente aggregate al distretto censuale della capitale, sono presenti, con alcune lacune, scritture relative al catasto Gregoriano, dalla sua attivazione all' Unità, e registri settecenteschi riferiti al Catasto Piano ordinato nel 1777, che censiva il solo "terratico" e che non interessò Roma, allora esente da imposte fondiarie.
    La documentazione, ad eccezione delle volture, distingue solitamente il catasto urbano dal rustico: nel caso di Roma tale distinzione presenta poi ulteriori articolazioni che hanno originato una pluralità di serie documentarie diverse.
    Tradizionalmente il territorio romano era infatti diviso in tre fasce: quella compresa nella cinta muraria, a sua volta distinta tra fabbricati e rustico interno; quella del Suburbio, caratterizzata dalla presenza di appezzamenti di modesta entità coltivati per lo più a vigna e soggetti ad un regime fiscale particolare; quella dell' Agro propriamente detto, che vede la presenza dominante del latifondo nelle cosiddette tenute e di alcune vigne situate presso i confini con le comunità limitrofe.
    Nel versamento del 1955 non fu compreso materiale cartografico, necessario ancora all' ordinaria amministrazione e versato poi nel 1988 dall' Ufficio tecnico erariale con il cessato Catasto rustico di Roma e provincia (1870-1951) e nel 1996 dall' Ufficio distrettuale delle Imposte dirette con la documentazione postunitaria del cessato Catasto urbano di Roma e di Bracciano (1870-1961).
  • informazioni redazionali:
  • Contiene descrizioni inventariali
  • soggetto produttore:
  • Cancelleria del censo (1816 - 1870)
  • strumento di sala n°:
  • 276
    276/I-VII
  • bibliografia:
  • I Catasti generali dello Stato pontificio
 

Cerca nei Fondi/Serie

Libera

Denominazione

Estremi cronologici

anno      cerca
Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo