- consistenza:
- 853 registri, fascicoli e filze
- storia della custodia:
- Nell'Archivio di Stato di Roma, la fonte diretta principale per ricostruire la storia dei Camilliani, è costituita dall'archivio che proviene da Santa Maria Maddalena (1) .
Si tratta di quella parte di archivio che fu espropriata dalla Giunta Liquidatrice dell'Asse Ecclesiastico con decreto in data 14 gennaio 1875 e che venne poi versata all'Archivio della Capitale il 19 aprile seguente (2) . Lo Stato italiano avrebbe dovuto, in linea di massima, appropriarsi della documentazione di carattere economico-finanziario.
Le unità archivistiche pervenute all'Archivio di Stato di Roma, fra le prime ad essere acquisite dallo Stato italiano a Roma insieme ai documenti espropriati ai Gesuiti (3) , ai Carmelitani alla Traspontina ed ai Serviti in San Marcello al Corso, costituiscono uno dei nuclei più consistenti ed omogenei nell'ambito della più ampia sezione "Corporazioni religiose soppresse".
Tale sezione risulta composta da circa 100 spezzoni di archivi di chiese o conventi romani e comprende quasi 6mila unità, tra buste, filze e registri, che furono originariamente considerate come un unico grande archivio con numerazione unica e progressiva.
Le unità proprie dell'archivio dei Ministri degli Infermi alla Maddalena vanno dal numero 1642 al numero 1921, oltre ai libri mastri contrassegnati 5500-5507: si tratta quindi di 287 pezzi, in gran parte costituiti da buste, che comprendono 850 unità archivistiche.
Il materiale descritto nell'inventario risulta ancora suddiviso secondo lo schema adottato dal primo riordinatore, il valente archivista Andrea Da Mosto , diventato in seguito direttore dell'Archivio di Stato di Venezia. Ed è questo schema che seguiremo nel dar conto della natura del materiale conservato. Negli anni '70-'80, con il coordinamento di Vera Spagnuolo, è stata effettuata una schedatura analitica a più mani, oggi a disposizione degli studiosi, che è stata copiata in sequenza secondo lo schema suddetto.
Il materiale risulta così distribuito nelle seguenti serie:
I: Parte generale --- II: Titoli patrimoniali --- III: Beni patrimoniali --- IV: Eredità speciali ed altre fondazioni --- V: Chiesa, Sacrestia, Cappelle speciali Obblighi di Messe --- VI: Atti giudiziari --- VII: Personale --- VIII: Amministrazione e Contabilità.
E' inoltre presente una serie di 26 Pergamene datate tra il 1564 ed il 1683, confluita nella "Collezione delle pergamene" dell'Archivio di Stato di Roma, insieme ai documenti membranacei estratti dagli altri archivi di Enti ecclesiastici soppressi, dai fondi ospedalieri, notarili, familiari ed altri ancora. In tale Collezione, le pergamene dei Ministri degli Infermi sono conservate nella cassetta 33. Le prime 20 sono attribuite alla seconda metà del Cinquecento (1564-1597) e le ultime sei vanno dal 1612 al 1683. Fra esse si segnala un testamento in lingua catalana di Giovanni Battista Calvi ed il testamento, in data 11 dicembre 1592 , del cardinale Mondovì, che fu definito da Sanzio Cicatelli "protettore e vero et amorevole Padre di tutta la Congregazione" (4). Fu il Cardinale Mondovì ad intervenire presso Sisto V (1585-1590) per ottenere il riconoscimento delle "Regole della Compagnia delli Servi delli Infermi" (18 marzo 1586, breve Ex omnibus).
Materiale dei Ministri degli Infermi in S. Maria Maddalena si trova inoltre, commisto ad altro, nella "Miscellanea delle corporazioni religiose" e precisamente nelle bb. 5328, 5337, 5339, 5341.
1) Armando Lodolini inserì l'archivio del Convento della Maddalena (Ministri degli Infermi o Crociferi) nella sezione VIII dell'Archivio di Stato di Roma, sotto il titolo "Carte di personaggi, famiglie, comuni ed enti" (cfr. A. Lodolini, L'Archivio di Stato in Roma e l'Archivio del Regno d'Italia. Indice generale storico, descrittivo ed analitico, Biblioteca d'Arte editrice, Roma, 1932, pp. 177 e 189). In quell'epoca le "Corporazioni religiose" costituivano la sezione IX, nell'ambito della suddivisione dei fondi dell' Archivio della Capitale e la "Congregazione dei Ministri degli Infermi o Chierici regolari Ministri degli Infermi o Crociferi in S. Vincenzo e Anastasio a Trevi" viene debitamente inserita in questa sezione (ivi, pp. 191 e 205). Il termine Crociferi in questo e in altri contesti viene generalmente usato per designare tutto l'Ordine, intercambiabile con la definizione Ministri degli Infermi, mentre sarebbe più corretto usarlo solo in riferimento alla Chiesa di Santa Maria in Trivio, in cui effettivamente officiarono i Crociferi (Cruciferi o Crocigeri d'Italia) dal 1573 al 1657.
2) La notizia è riportata nella premessa all' antico inventario manoscritto che porta il numero 25/IV n. 45, conservato presso la sezione. Prima di approdare nell'allora sede dell'Archivio di Stato di Roma, l'ex Monastero delle Benedettine a Campo Marzio, le carte della Maddalena furono depositate nei locali del convento alla Minerva, espropriato ai Domenicani e destinato al Ministero delle Finanze del neonato Regno d'Italia. Questo primo trasferimento avvenne il 29 settembre 1874. Porta infatti la data del 28 settembre una illuminante lettera del Ministro della Pubblica istruzione al Questore di Roma: "Desidero che la S. V. dia ordine che due guardie di pubblica sicurezza siano a disposizione del latore del presente [biglietto] Bartolomeo Podestà, membro della Commissione per gli Archivi, perché pernottino nel Convento della Maddalena in custodia delle carte ivi esistenti, le quali si ha motivo di sospettare che possano essere derubate" e porta la stessa data una carta in cui si ordina a Bartolomeo Podestà di pernottare nello stesso convento per sventare sottrazioni di carte. Due giorni dopo, il 30 seguente, come si evince da una lettera della Commissione archivi e Biblioteche (costituita in seno alla Giunta liquidatrice dell'Asse ecclesiastico) al Ministro della pubblica istruzione gli archivi della Maddalena avevano già trovato asilo alla Minerva. "Avemmo l'onore di esporre a voce a V. E. il pericolo che correvano nel già convento della Maddalena le molte carte e gli archivi monastici ivi adunati. Ci affrettiamo a riferire che, datici i mezzi di trasporto dal sig. Gen. Cosenz, tutte le accennate carte importantissime sono adesso alla Minerva, sotto la vigilanza del sig. Fattori, che ivi custodisce anco i libri. Il trasporto non ha dato luogo a nessun inconveniente né a smarrimenti", tutto il carteggio in Archivio Centrale dello Stato, Ministero della Pubblica Istruzione, Divisione I, Istruzione Superiore (1860-1880), busta 128, fasc. 41. Le carte dei Camilliani approdarono nell'attuale luogo di conservazione, il Palazzo di Sant'Ivo alla Sapienza, sul finire degli anni '30 del secolo XX, dopo aver condiviso le peregrinazioni dell'Archivio di Stato di Roma nelle tormentate vicende dei suoi innumerevoli cambiamenti di sede.
3) Gli archivi della Compagnia di Gesù relativi ai conventi del Gesù e di Sant'Andrea al Quirinale furono versati nella stessa data, 19 aprile 1875, in cui fu versato l'archivio dei Camilliani alla Maddalena. L'archivio della Procura generale dei Gesuiti al Collegio romano fu versato all'Archivio di Stato di Roma parte l'11 giugno 1875 e parte l'8 giugno 1878. L'11 giugno 1922 gli archivi dei Gesuiti furono restituiti alla Compagnia di Gesù, ad eccezione delle pergamene (in tutto 933) e di poche altre unità archivistiche. Cfr. P. D'Angiolini, C. Pavone (a cura di) Guida Generale degli Archivi di Stato Italiani, Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, 1986, III, p. 1237.
4) Vincenzo Laureo di Tropea è meglio conosciuto come Cardinale di Mondovì poiché, dopo le lauree in filosofia, teologia e medicina ed una brillante carriera ecclesiastica a Roma ed in Francia, fu eletto vescovo di Mondovì da San Pio V (1566-1572) nel 1566. Il Cardinale Mondovì fu nominato protettore dell'Ordine dal papa Clemente VIII (1592-1605) il 22 febbraio 1592 (breve Cum sicut accepimus) derogando ad una disposizione della bolla di Gregorio XIII (1572-1585) che poneva l'Ordine sotto l'immediata protezione della Santa Sede. Dal Mondovì si recarono Padre Camillo e Padre Biagio Oppertis, prima di intraprendere l'opera di fondazione della Casa di Napoli per ottenere la sua benedizione unitamente a buoni consigli e ammaestramenti. Il Cardinale concesse loro quanto desideravano invitandoli però a non far parola di quanto in cuor suo fosse favorevole al loro progetto. Sebbene Camillo si sentisse assai mortificato da un tale atteggiamento, Padre Biagio profeticamente lo consolava dicendo: "Padre non si pigli .... alcuna afflittione di questo, perché non tanto adesso pare che il Cardinale habbi una mezza vergogna d'esser tenuto nostro Protettore, quanto dobbiamo sperare in Dio che se ne glorierà un giorno". Cfr. Sanzio Cicatelli, Vita del P. Camillo De Lellis, P. Piero Sannazzaro (a cura di), Curia generalizia, Roma, 1980, p. 84.
- strumento di sala n°:
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25/IV, 45
- bibliografia:
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Le fonti Camilliane nell'Archivio di Stato di Roma