• descrizione:
  • Se le scritture della Repubblica romana nell' archivio del Buon Governo sono relativamente poche, molto più abbondanti, invece, sono quelle del periodo napoleonico, soprattutto per il territorio della Prefettura del Dipartimento di Roma. (1)
    Va inoltre rilevato che, mentre il Buon Governo non aveva giurisdizione sulla città di Roma, non così fu, naturalmente, per la Prefettura del Dipartimento del Tevere; sicchè molte delle scritture della serie III si riferiscono a Roma città, specialmente per quanto riguarda i lavori pubblici effettuati durante il «quinquennio».
    Si tratta di carte, quindi, di grande interesse per studi di storia dell' arte, dell' architettura, dell' archeologia, nelle quali ricorrono con frequenza i nomi di Canova, Fea, Valadier. (2)
    E' ben noto, del resto, il meraviglioso impulso dato in pochi anni dall' Amministrazione napoleonica (gli amministratori erano, fisicamente, gli stessi funzionari della precedente Amministrazione pontificia) a tutti i campi della vita pubblica, dell' organizzazione amministrativa, dell' arte: basta leggere anche soltanto l' inventario della serie III dell' archivio del Buon Governo per averne una riprova.
    A capo delle «Comuni» era un Maire, (3) coadiuvato da un Consiglio municipale. Ogni Comune aveva inoltre il ricevitore comunale per l' esazione delle imposte.
    Il Consiglio municipale si riuniva tra il 15 ed il 31 maggio per esaminare il rendiconto dell' amministrazione del maire e di quella del ricevitore per l' anno precedente. Nella stessa occasione doveva inoltre formare il bilancio (non più «tabella», ma «budget») per l' anno successivo.
    Se il budget non superava i 10.000 franchi l' approvazione di esso era di competenza del prefetto; se superava quell' importo doveva essere invece sottoposto all' approvazione dell' Imperatore. Questo secondo caso si verificava per 31 Comuni sulle 254 del Dipartimento di Roma.
    I rendiconti dei ricevitori comunali erano approvati rispettivamente, per le due categorie di Comuni, dal prefetto di Roma o dal ministro del Tesoro in Parigi. (4)
    In seno alla Prefettura esisteva pure un «Bureau de' Ponti, Argini e Lavori pubblici». La competenza di esso si estendeva alle seguenti materie: ponti imperiali e comunali; strade imperiali e comunali; fiumi e canali; paludi pontine; forme e fossi; laghi; fanali de' porti; corpo imperiale d' ingegneri; acquedotti e fontane; caserme; prigioni; depositi di mendicità; molini e valchiere; chiese; monumenti ed antichità; scavi ed abbellimenti; teatri, archivi e biblioteche; ospedali ed ospizi; scuole pubbliche; cimiteri; palazzi e case comunali; smacchiamento laterale sulle strade; piantagione d' alberi (lungo le strade stesse); orologi; mura e porte delle città; giudicature di pace; corte imperiale e tribunali; Prefettura e Sottoprefetture; posta di lettere. (5)
    Le strade erano divise in «imperiali», di prima, seconda e terza classe, «dipartimentali» e «comunali». Ciascuna strada imperiale era contraddistinta inoltre da un numero.
    Nelle Comuni furono costruiti cimiteri, caserme per la gendarmeria, ospedali; in ogni Dipartimento un ospizio di mendicità. (6)
    Fanno anche parte della serie III dell' archivio del Buon Governo le scritture del Conseil de Liquidation des Etats Romains. Come dice lo stesso titolo («Stati Romani»), il Consiglio di liquidazione aveva competenza sia sui territori già pontifici uniti all' Impero francese, sia su quelli uniti al Regno d' Italia. Non però sulla Romagna, che non era più tornata allo Stato pontificio dopo il periodo repubblicano, e nella quale non vi era perciò nulla da liquidare.
    Gli affari trattati dal Consiglio di Liquidazione si riferiscono difatti all' Amministrazione dei beni già comunitativi, devoluti alla R. C. A., ed ai rendiconti di varie tasse (strade corriere, casermaggio, ecc.) della precedente amministrazione pontificia, dalla prima Restaurazione alla nuova cessazione del potere temporale (1800-1809; per le Marche 1800-1808).
    Le scritture, sia dell' amministrazione comunale che relative alle strade e lavori pubblici, provenienti dalla Prefettura di Roma, si riferiscono invece, come si è detto, al solo territorio su cui si esercitava la giurisdizione della Prefettura stessa (Dipartimento del Tevere) con le Sottoprefetture dei «Circondari» di Frosinone, Rieti, Roma, Tivoli, Velletri e Viterbo. Non mancano però scritture relative alla Prefettura di Spoleto (Dipartimento del Trasimeno), con le Sottoprefetture di Spoleto, Perugia, Todi, Foligno, ecc.
    Le Marche, poi, furono unite dal 1808 al Regno d' Italia, e scritture relative all' amministrazione centrale dei territori già pontifici del versante adriatico si trovano perciò nell' Archivio di Stato di Milano. Le scritture dei vari Dipartimenti si trovano invece negli Archivi di Stato di Ancona, Ascoli Piceno, Macerata e Pesaro. Bologna e la Romagna, a loro volta, erano state unite sin dal 1796 alla Repubblica Cispadana, poi alla Cisalpina; e, dopo l' occupazione austriaca del 1799-1800, di nuovo alla Cisalpina, poi alla Repubblica Italiana ed al Regno d' Italia. Anzi, dopo quest' ultimo, vi fu ancora nelle Marche e nelle Legazioni un anno e mezzo circa di occupazione napoletana ed austriaca, per tutto il 1814 e parte del 1815: (7) sicchè la Romagna rimase fuori della dipendenza da Roma per circa venti anni.
    Anche le provincie già unite all' Impero napoleonico furono dap­prima occupate da Gioacchino Murat e rette da un Governo provvisorio, che cessò l' 11 maggio 1814, quando il Presidente del Consiglio generale di amministrazione ne fece la cessione a mons. Agostino Rivarola, delegato di Pio VII. (8) Il Rivarola nominò una Commissione di Stato, (9) in seno alla quale le funzioni del Buon Governo furono esercitate, dal 15 maggio al 10 luglio 1814, da mons. Belisario Cristaldi. Dal 2 luglio riprese a funzionare regolarmente la Congregazione, con tutti i suoi uffici. Nel marzo 1815, poi, durante il passaggio dell' esercito di Murat che si ricongiungeva con le truppe napoletane rimaste nelle Marche dal 1814, Pio VII lasciò nuovamente lo Stato, affidando la reggenza ad una Suprema Giunta di Stato presieduta dal card. G. M. della Somaglia e della quale fece parte anche mons. Falzacappa, segretario della Congregazione del Buon Governo: (10) si trattava però del semplice passaggio di un esercito, senza occupazione del territorio, per cui gli uffici amministrativi non subirono modifiche.
    Le Marche furono restituite allo Stato pontificio in seguito all' atto finale del Congresso di Vienna del 9 giugno 1815 («Provincie di Seconda Ricupera»), e su di esse si estese di nuovo quindi, la giurisdizione del Buon Governo. La Congregazione non ebbe invece più giurisdizione sulle Legazioni, nelle quali i Legati esercitavano un' autorità più ampia di quella conferita ai Delegati nelle altre provincie.
    Oltre che nella serie III, ricerche relative al «periodo francese» debbono essere condotte dunque nelle altre serie ivi indicate (cfr. i vari riferimenti all' inizio e nel testo dell' inventario), e negli Archivi di Stato sopra citati. Inoltre, per l' amministrazione generale dei territori uniti all' Impero, nonchè per l' approvazione dei budgets e dei rendiconti dei ricevitori delle Comuni maggiori (demandata, come si è detto, rispettivamente all' Imperatore e al ministro delle Finanze), utili ricerche potranno essere compiute nell' Archivio Nazionale di Francia, a Parigi.
    Si vedano pure, naturalmente, i vari fondi relativi al «periodo francese» nell' Archivio di Stato di Roma. (11)
    1) Il Dipartimento di Roma del periodo imperiale comprendeva un territorio corrispondente a tre Dipartimenti del periodo repubblicano (quelli del Cimino, Tevere e Circeo).
    2) Alcune scritture di questa serie si riferiscono anche alla Commissione per gli abbellimenti di Roma. Di essa esiste inoltre un piccolo fondo a sè (10 bb.) nell' Archivio di Stato di Roma. Altre 7 buste formano il fondo Municipalità di Roma (Armando Lodolini, L' Archivio di Stato in Roma e l' Archivio del Regno d' Italia, Roma, Biblioteca d' Arte Editrice, 1932 ("Bibliothèque des Annales Institutorum", 11).
    3) Un elenco di Maires in: Armando Lodolini, L' amministrazione pontificia del «Buon Governo», in "Gli Archivi italiani", a. VI, n. 4, 1919, pp. 181-237, ed a. VII, nn. 1-2, 1920, pp. 3-19.
    4) A. S. R., A. B. G., serie I, b. 33.
    5) A. S. R., A. B. G., serie III, b. 97. A capo del Bureau fu il ricordato Carletti, che dopo la Restaurazione tornò al suo impiego nella Computisteria della ricostituita Congregazione del Buon Governo.
    6) Decreto 5 luglio 1808, in A. S. R., A. B. G., serie III, b. 1 ter.
    7) I Napoletani occupavano i Dipartimenti del Metauro, del Musone e del Tronto; gli Austriaci quelli del Reno, del Basso Po e del Rubicone. Per la provincia di Pesaro e Urbino Pio VII nominò Delegato Mons. Luigi Pandolfi.
    8) Maria Moscarini, La restaurazione pontificia nelle provincie di «prima ricupera» (maggio 1814-marzo 1815), Roma, 1933 («Miscellanea della Reale Società Romana di Storia Patria»).
    9) La Delegazione di mons. Rivarola cessò il 27 maggio, ma la Commissione di Stato non fu sciolta e ne fu nominato Segretario lo stesso Rivarola.
    10) A. S. R., A. B G., serie I, b. 5.
    11) E cioè, oltre ai già citati: Governo generale francese (pezzi 125), Consulta Straordinaria degli Stati Romani (pezzi 40), ed altri di carattere particolare (Armando Lodolini, L' Archivio di Stato in Roma, cit.).
 

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