Archivio notarile di Anguillara Sabazia 1572 - 1810consulta
consistenza:
91 buste, registri e volumi
Archivio notarile di Carpineto 1493 - 1887consulta
storia della custodia:
leggiAl presente fondo vanno aggiunti i volumi provenienti dal deposito di Campo Marzio, identificati nel 1979 come appartenenti all'archivio notarile di Carpineto.chiudi
Archivio notarile di Castel Madama 1535 - 1895consulta
descrizione:
leggiLa documentazione è costituita da originali, copie, esibite, repertori, varie e testamenti chiusi. * Tratto da: Guida Generale degli Archivi di Stato Italiani, vol. III, p. 1219chiudi
consistenza:
206 buste, registri e volumi, 3 registri non numerati
Archivio notarile di Castelnuovo di Porto 1402 - 1872consulta
storia della custodia:
leggiLa documentazione conservata in archivio testimonia la conservazione di protocolli notarili a Castelnuovo di Porto a partire dal 1402. L'Archivio notarile fu istituito in seguito al motu proprio di Sisto V "Sollicitudo pastoralis officii" del 1 agosto 1588 che istituiva tali archivi in ogni città e comune dello Stato della Chiesa, ed era affidato ad un notaio archivista nominato dalla comunità con l'approvazione della Prefettura degli archivi (poi Presidenza degli archivi notarili). Per il motu proprio di riforma degli archivi notarili di Pio VII del 31 maggio 1822 l'archivio notarile "centrale" di Castelnuovo di Porto avrebbe dovuto ricevere gli archivi notarili dei comuni soggetti a quel governo e cioè: Rignano, Civitella S. Paolo, Leprignano, Torrita, Filacciano, Morlupo, Ponzano, Sant'Oreste, Fiano, Riano e Scrofano. Tuttavia confluì nell'archivio notarile di Castelnuovo di Porto solo la documentazione notarile di Civitella S. Paolo mentre gli altri comuni non ottemperarono agli obblighi previsti dalla normativa né vi furono adeguatamente richiamati. Pertanto l'archivio di Castenuovo di Porto fu declassato a "comunale" come risulta dalle tabelle allegate al r.d. 4949 del 20 giugno 1879. Come tale passò quindi alle dipendenze dell'Archivio di Stato di Roma per l'art. 2 della l. 19 luglio 1957, n. 588 e fu versato a questo istituto nel 1983 in virtù della legge archvistica (d.p.r. 1409/1963).chiudi
Archivio notarile di Genazzano 1505 - 1878consulta
descrizione:
leggiIl fondo comprende l' archivio notarile comunale, poi - dal 1870 al 1878 - il mandamentale, nonché documentazione del Governo baronale di Genazzano. Vi si trovano, seppur in modo frammentario, atti rogati nei comuni di Olevano, Cave, Paliano e copie di atti rogati in altri comuni. Si segnala la presenza di registri ed assegne relativi al catasto Piano.
L' archivio comprende le seguenti serie: Protocolli (nn. 1- 349), Copie (nn. 350-436), Registri (nn. 437-454; vi si trovano quattro registri di assegne dei beni relative agli anni 1574, 1644, 1708, 1778), Archivio centrale di Genazzano (nn. 455-461; sono repertori e registri relativi al periodo in cui, con la riforma del notariato prevista dal motu proprio 31 maggio 1822, quello di Genazzano divenne Archivio centrale), documenti relativi al periodo postunitario (nn. 462-479, volumi di copie per gli anni aa. 1871-1878 e il verbale di consegna dell' archivio comunale nel 1904).
Per quanto riguarda i documenti del Governo baronale di Genazzano, sono presenti: atti di cancelleria dei secc. XVI-XVIII, Liber civilis 1559-1601; Registro di atti dei cursori, 1830-1840.chiudi
storia della custodia:
leggiLa documentazione conservata in archivio testimonia la conservazione di protocolli notarili a Genazzano fin dal 1468. L'archivio notarile di Genazzano fu istituito a seguito del motu proprio di Sisto V "Sollecitudo pastoralis officii" del 1 agosto 1588, che prevedeva la creazione di archivi notarili in ogni città e comune dello Stato pontificio. In virtù della riforma promossa da Pio VII con il motu proprio del 31 maggio 1822, l'archivio di Genazzano - sede di governo baronale - assunse la funzione di ufficio di concentrazione degli atti notarili rogati nel circondario di competenza. Dopo l'Unità d'Italia, il r.d. 29 giugno 1879 n. 4949 lo riconobbe quale archivio notarile mandamentale; fu successivamente trasformato in archivio notarile comunale per il r.d. 1 luglio 1900, n.257. La legge 10 luglio 1957 n. 588, recante norme complementari alla legge 17 maggio 1952 n. 629 sul riordinamento degli archivi notarili, pose l'archivio notarile comunale di Genazzano alle dipendenze dell'Archivio di Stato di Roma. A seguito del versamento degli atti allo stesso, l'archivio notarile fu soppresso con d.p.r. 14 settembre 1979, n.568.chiudi
leggiL' archivio si compone di 57 volumi di atti 1709-1842 dei notai di Manziana, di due volumi di notai forestieri, per la maggior parte governatori baronali a partire dal 1646, un volume di copie notarili e due registri di esibite. Esso risulta quasi integro da un confronto con due inventari ottocenteschi conservati nell' archivio della Presidenza degli archivi notarili (b.54/566).chiudi
storia della custodia:
leggiManziana - già Castrum Sancte Pupe - fu feudo dell'ospedale del Santo Spirito in Sassia di Roma dal 1290 al 1850. L'archivio notarile faceva parte delle prerogative feudali dell'Ospedale ed era conservato nel palazzo baronale di Manziana a cura di un archivista nominato dai commendatori del Santo Spirito. La documentazione pervenuta inizia tuttavia solo nel 1646.
Durante il periodo napoleonico l'archivio cessò la sua funzione di ricevere e registrare atti dei notai, a partire dal gennaio 1811, pur essendogli conservata la facoltà di rilasciare copie e di essere conservato in loco (cfr. regolamento sulla conservazione e l'amministrazione degli archivi negli Stati Romani approvato dalla Consulta straordinaria il 10 dicembre 1810).
Dopo la Restaurazione, con la riforma del notariato del 1822 l'archivio fu affidato ad un notaio approvato dalla Presidenza degli archivi notarili.
Il 16 marzo 1850 l'Ospedale del S. Spirito rinunciò ai diritti giurisdizionali sui feudi di Manziana e Monte Romano cedendo alla Santa Sede la residenza governativa.
Nel 1868 Il S. Spirito cedette mediante transazione al municipio di Manziana gli antichi diritti sull'archivio notarile.
Lo Stato unitario italiano conservò l'archivio notarile di Manziana classificandolo coma comunale (r.d. 12 settembre 1879 n. 5075); nel 1957, come gli altri archivi notarili comunali, quello di Mnaziana passò dalle dipendenze del Ministero di grazia e giustizia a quelle del Ministero dell'interno. La documentazione fu versata all'Archivio di Stato di Roma nel 1981 e l'archivio notarile venne soppresso con d.p.r. 8 gennaio 1982, n. 59.chiudi
leggiLa documentazione è costituita da istrumenti e testamenti originali, copie autentiche, apoche private e copie d' archivio, registri delle esibite. Si segnala la presenza di registri ed atti relativi al Catasto Piano.chiudi
storia della custodia:
leggiLa documentazione conservata in archivio testimonia l'esercizio notarile a Morlupo a partire dal 1552. L'Archivio notarile fu istituito in seguito al motu proprio di Sisto V "Sollicitudo pastoralis officii" del 1 agosto 1588 che istituiva tali archivi in ogni città dello Stato della Chiesa. L'archivio, affidato ad un notaio archivista nominato dalla comunità con l'approvazione della Prefettura degli archivi (poi Presidenza degli archivi notarili), fu attivo fino al 1822. Infatti per il motu proprio di riforma degli archivi notarili di Pio VII del 31 maggio 1822 vennero istituiti archivi "centrali" in ogni sede di governo, nei quali dovevano concentrarsi gli archivi notarili delle comunità comprese nella circoscrizione territoriale del governo stesso. Gli atti dell'archivio di Morlupo, formalmente soppresso, avrebbero dovuto confluire nell'archivio notarile di Castelnuovo di Porto: il trasferimento non avvenne e gli atti rogati sino al 1822 vennero conservati a cura del Comune di Morlupo fino al versamento nell'Archivio di Stato di Roma nel 1980.chiudi
Archivio notarile di Olevano Romano 1496 - 1828consulta
descrizione:
leggiL' archivio comprende tre serie di atti: i rogiti originali che dovevano essere versati all' archivio dopo la morte del notaio a cura degli eredi; le copie autentiche che dovevano essere esibite in archivio entro 15 giorni; i registri d' archivio, in numero molto esiguo, che comprendono due libri di esibite e due registrazioni di apoche con l' indicazione dei diritti spettanti ai notai ed ai loro erdi per le copie dei loro atti, rilasciate dall' archivio. Segue una rubrica alfabetica dei contraenti con i riferimenti necessari al reperimento degli atti rogati dal 1632 al 1816. La piazza notarile di Olevano comprendeva anche Roiate e Civitella (oggi Bellegra); nell' archivio mancano tuttavia gli atti del notaio Felice Angelo Sales di Roiate, i cui eredi rifiutarono il versamento, come risulta dai documenti della Prefettura degli archivi (n. 36/6), e quelli di Bernardino Bocci (cfr. Prefettura degli archivi n.37/15,16). Si segnala la presenza di atti rogati a Capranica ed a Genazzanochiudi
storia della custodia:
leggiLa documentazione conservata in archivio testimonia l'esercizio notarile a Olevano a partire dal 1496 e la relazione di Filippo M. Tabolacci del 1864, presente nel fondo della Presidenza degli archivi notarili (n.69/223), fa risalire l'attività notarile al 1454. L'Archivio notarile fu istituito il 29 ottobre del 1588 in ottemperanza al motu proprio di Sisto V "Sollicitudo pastoralis officii" del 1 agosto, che istituiva gli archivi notarili in ogni città dello Stato della Chiesa. L'archivio, affidato ad un notaio archivista nominato dalla comunità con l'approvazione della Prefettura degli archivi (poi Presidenza degli archivi notarili), fu attivo fino al 1822, quando il motu proprio di riforma di Pio VII del 31 maggio stabilì che gli atti notarili dovessero conservarsi in archivi appositi istituiti in ogni sede di governo. Tuttavia la comunità di Olevano ottenne la grazia sovrana di conservare il proprio archivio storico in loco anziché versarlo a Genazzano (cfr. rescritto della Presidenza degli archivi del 25 settembre 1824). Dopo l'Unità il R.D. 12 settembre 1879 n. 5075 conservò l'archivio di Olevano, classificandolo come "archivio notarile comunale". L'istituzione è poi passata alle dipendenze dell'Archivio di Stato di Roma in virtù dell'art. 2 della legge 19 luglio 1957 n.588 ed i suoi atti sono stati versati il 19 maggio 1978 secondo quanto prescritto dal D.P.R 1409/1963.chiudi
Archivio notarile di Sant' Oreste 1425 - 1819consulta
storia della custodia:
leggiL'Archivio Notarile di Sant'Oreste fu versato all'Archivio di Stato di Roma nel 1984, in uno stato di conservazione molto precario. L'attuale inventariazione ha identificato 234 unità archivistiche tra protocolli e carte sciolte, relativamente al periodo compreso tra il 1425 e il 1851. I notai documentati sono 70 e tra questi il maggior numero di protocolli giunti a noi si riferisce all'attività del notaio Joannes Franciscus de Clericis per gli anni 1737-1779, che rogò nella doppia veste di notaio pubblico e di curatore degli interessi dell'abbazia dei SS. Vincenzo e Anastasio detta delle Tre Fontane. Altrettanto organica è la serie degli atti del notaio Carolus de Marzettis, attivo negli anni 1705-1742 tanto come notaio pubblico che come cancelliere giudiziario presso il governatore. Nel fondo sono presenti anche volumi formati da atti di notai diversi (come alla segnatura 26) che furono rilegati a cura dell'archivista dell'archivio notarile pubblico. Dai protocolli risulta che gli atti furono rogati "in Castro Sancti Edisti", antica denominazione di Sant'Oreste, ed in altre località: in castro Nazzani, in castro Civitella (l'odierna Civitella San Paolo), Forano, Araiano (l'odierna Rignano Flaminio), Turrita (l'odierna Torrita Tiberina), Giove, Calcata, Castro Colonne, Gallicano, Palestrina, Ponzano e Morlupo. La produzione notarile è costituita dagli istrumenti rogati per conto di privati, enti ecclesiastici e per la comunità, rilegati in protocolli originali con coperta in pergamena e rubricella. Sono presenti anche frammenti di protocolli, che non è stato possibile ricomporre in volumi ma che fanno presupporre una maggiore consistenza dell'archivio stesso. Accanto ad essi si trovano anche i protocolli delle esibite, ovvero delle copie che il notaio doveva obbligatoriamente presentare all'archivio pubblico, ed i registri nei quali l'archivista registrava tali esibizioni. E' poi presente una miscellanea che raccoglie volumetti (in condizioni di forte degrado) riguardanti materie diverse quali scienze naturali, teologia, filosofia morale, funzioni liturgiche, forse provenienti dalla biblioteca di un notaio o di un governatore.chiudi
Archivio notarile mandamentale di Albano 1537 - 1878consulta
descrizione:
leggiL' archivio comprende gli atti dei notai di Albano e quelli dei notai di Ariccia. Infatti, in virtù della riforma notarile del 1822, l' archivio notarile di Albano divenne un "archivio centrale" in cui dovevano confluire gli atti rogati in Albano, Ariccia, Marino e Nettuno con Porto d' Anzio e nelle altre comunità soggette al Governo di Albano. Ariccia consegnò il proprio archivio notarile mentre Marino e Nettuno chiesero ed ottennero dalla Presidenza degli Archivi la facoltà di conservare in loco i propri, fermo restando per tutti l' obbligo di "esibire" nell' archivio di Albano le copie notarili autentiche degli atti che si rogavano nei rispettivi comuni.
Nel presente fondo sono presenti - salvo lacune - tanto protocolli originali di notai di Albano e di Ariccia quanto copie esibite nell' archivio "centrale" di Albano.chiudi
Archivio notarile mandamentale di Arsoli 1556 - 1907consulta
descrizione:
leggiIl fondo comprende i volumi degli atti notarili originali, i volumi delle copie esibite nell' archivio di Arsoli ("Libri delle esibite"), registri di repertorio, rubricelle, inventari ed una raccolta di strumenti di appalto di privative dei comuni compresi nel circondario del governo e poi del mandamento di Arsoli. Le località in cui risultano rogati gli atti sono: Arsoli, Vivaro, Vallinfreda, Riofreddo, Marano, Anticoli Corrado, Roviano, Scarpa (Cineto), Percile, Civitella. E' presente anche documentazione di Poggio Cinolfo.chiudi
Archivio notarile mandamentale di Frascati 1506 - 1910consulta
descrizione:
leggiIl fondo, versato all' Archivio di Stato nel 1957, comprende gli atti notarili del circondario di Frascati successivi alla riforma notarile del 1822 e relativi a Frascati, Grottaferrata, Monteporzio, Montecompatri, Rocca di Papa e Rocca Priora; per il periodo anteriore a tale data vi sono conservati solo gli atti rogati a Frascati e quelli dei notai di Rocca di Papa e Rocca Priora, gli unici che furono versati all' archivio mandamentale in seguito alle disposizioni del 1822.chiudi
leggiL' archivio, versato nel 1955 dall' Ufficio distrettuale delle imposte dirette (già Agenzia delle imposte), è costituito dalla documentazione catastale del distretto censuale di Roma, che comprendeva in epoca pontificia la sola città di Roma con l' Agro romano e si è esteso in epoca unitaria ai comuni e alle frazioni di Campagnano, Cesano, Castelchiodato, Formello, Magliano Pecorareccio, Mazzano, Mentana e Monterotondo, aggregati in momenti diversi. Il nucleo più cospicuo ed organico dell' archivio consiste nelle scritture prodotte e raccolte dalla pontificia Cancelleria del censo di Roma per mantenere aggiornati i dati catastali relativi alle intestazioni delle particelle e alle variazioni di coltura, consistenza ed estimo dei beni immobili presenti sul territorio romano. E' per lo più documentata l' attività di conservazione del catasto geometrico particellare detto Gregoriano, ordinato con il Motu proprio del 1816 ed attivato in fasi successive tra il 1824 (per i beni compresi nella cinta muraria) ed il 1835. Benché Roma fosse assoggettata al pagamento dell' imposta fondiaria (dativa reale) dal 1801, la documentazione più antica qui conservata è costituita dalle istanze di voltura presentate a partire dal 1818, anno a cui risale il Regolamento sulla esecuzione delle volture che ne rese obbligatoria la presentazione. Sempre per Roma ed il suo territorio, alcuni registri presenti nell' archivio superano cronologicamente la cesura istituzionale rappresentata dall' annessione al Regno d' Italia per giungere sino all' inizio degli anni ' 90 dell' Ottocento. Per quanto riguarda le comunità successivamente aggregate al distretto censuale della capitale, sono presenti, con alcune lacune, scritture relative al catasto Gregoriano, dalla sua attivazione all' Unità, e registri settecenteschi riferiti al Catasto Piano ordinato nel 1777, che censiva il solo "terratico" e che non interessò Roma, allora esente da imposte fondiarie. La documentazione, ad eccezione delle volture, distingue solitamente il catasto urbano dal rustico: nel caso di Roma tale distinzione presenta poi ulteriori articolazioni che hanno originato una pluralità di serie documentarie diverse. Tradizionalmente il territorio romano era infatti diviso in tre fasce: quella compresa nella cinta muraria, a sua volta distinta tra fabbricati e rustico interno; quella del Suburbio, caratterizzata dalla presenza di appezzamenti di modesta entità coltivati per lo più a vigna e soggetti ad un regime fiscale particolare; quella dell' Agro propriamente detto, che vede la presenza dominante del latifondo nelle cosiddette tenute e di alcune vigne situate presso i confini con le comunità limitrofe. Nel versamento del 1955 non fu compreso materiale cartografico, necessario ancora all' ordinaria amministrazione e versato poi nel 1988 dall' Ufficio tecnico erariale con il cessato Catasto rustico di Roma e provincia (1870-1951) e nel 1996 dall' Ufficio distrettuale delle Imposte dirette con la documentazione postunitaria del cessato Catasto urbano di Roma e di Bracciano (1870-1961).chiudi
Cancelleria del Censo (poi Agenzia delle imposte) di Roma. Catasti 1777 - 1891
Serie I - VIII: Roma, catasto urbano 1824 - 1885consulta
descrizione:
leggiRegistri di partite (catastini), di trasporti, di aggiornamenti e matrici dei possessori di fabbricati e appezzamenti interni alle mura urbane, suddivisi in otto serie in base alla tipologia documentaria ed alla natura dei beni (fabbricati e terreni).chiudi
consistenza:
166 registri
Cancelleria del Censo (poi Agenzia delle imposte) di Roma. Catasti 1777 - 1891
Serie I - VIII: Roma, catasto urbano 1824 - 1885
Serie I - Fabbricati e rustico: Catastini del 1824 1824consulta
descrizione:
leggiI registri di questa serie riportano, sotto il nome del possessore (intestazione), tutte le unità immobiliari che gli appartengono nel territorio urbano (entro le mura) di Roma, come si desumono dai brogliardi e secondo la progressione numerica dei rioni. Per ogni unità è indicato il numero della particella catastale principale e subordinato (mappale), l' ubicazione dell' immobile (via o piazza), il numero civico, il tipo (palazzo, bottega, casa, convento, chiesa, grotta, orto, granaio, rimessa, ecc.), il numero dei vani per piano, la pigione attuale o reperibile e l' estimo censuale per la dativa e per la tassa delle strade. Nella finca delle osservazioni sono indicati il rione, le eventuali variazioni di intestazione con il rinvio al numero dell' Istanza di voltura (serie XXIII), alla nuova registrazione (lettera alfabetica del nuovo possessore nella stessa serie)e, ove il caso, al dispaccio della Presidenza del censo (vedi relativo archivio) o ad altro provvedimento che dava luogo alla variazione. L' ordine alfabetico all' interno di ogni lettera non è rigorosamente rispettato. E' compreso in questi registri il censimento dei beni rustici esistenti dentro le mura. La serie è composta da registri di piccolo formato, a carte affrontate, rilegati con cartone duro, ordinati alfabeticamente (1). (1) Di questa serie è disponibile presso la sala studio dell' ASR un repertorio dei possessori in ordine alfabetico.chiudi
consistenza:
99 registri
Cancelleria del Censo (poi Agenzia delle imposte) di Roma. Catasti 1777 - 1891
Serie I - VIII: Roma, catasto urbano 1824 - 1885
Serie II - Fabbricati: Catasto attivato il 1° gennaio 1824. Intestazioni vigenti al 30 settembre 1868 consulta
descrizione:
leggiSi tratta di un aggiornamento dei registri della serie I. Anche essi riportano sotto il nome dello stesso possessore tutti gli immobili a lui riferibili, indicando per ognuno, nell' ordine, il rione, il numero della particella (principale e subordinato), l' ubicazione, il numero civico, il tipo, il numero dei vani per piano, la superficie (questo dato manca nei registri della serie I), la pigione e l' estimo censuale in ragione dell' 8 per cento sulla pigione e l' annotazione dei diretti domini. In alto a sinistra i registri recano il riferimento ai registri dei Trasporti temporanei (serie IV). Ogni registro è dotato all' inizio di un epilogo dell' estimo carta per carta con la somma finale (su due carte fuori numerazione). L' ultimo registro della serie riporta alle carte 4458-4485 l' elenco dei "Privilegiati", dei possesori cioè di immobili esenti dal pagamento della dativa e/o dalla tassa delle strade (cfr. circolare del Dicastero del Censo 7 maggio 1833), con rinvio, posto in alto a destra, al registro dei trasporti temporanei. Manca il registro n. XVII (M), non pervenuto all' Archivio di Stato di Roma, al cui interno era compresa la seguente numerazione di carte, 2508-2666.chiudi
consistenza:
27 registri
Cancelleria del Censo (poi Agenzia delle imposte) di Roma. Catasti 1777 - 1891
Serie I - VIII: Roma, catasto urbano 1824 - 1885
Serie III - Fabbricati e rustico: Aggiornamenti del 1871 1871consulta
descrizione:
leggiCon lettera ministeriale della Direzione Generale delle Imposte dirette del Catasto, dei Pesi e delle Misure alla Direzione del censo di Roma, dell' 11 luglio 1871 (1), si impartiscono istruzioni "per la rettifica catastale delle proprietà costrutte nella Provincia di Roma". Detta rettifica doveva essere preordinata alla formazione del nuovo catasto uniforme in tutto il Regno per l' attuazione dell' unificazione delle imposte sui fabbricati, disposta con legge del 26 gennaio 1865 n. 2136, ai sensi dell' art. 3 all. 2 della legge 11 agosto 1870 n. 5784 esteso alla Provincia di Roma con legge 16 giugno 1871, n. 260 all. B art. 8 e giusta le norme stabilite dal regolamento 5 giugno 1871 n. 267. L' allegato B della legge 16 giugno 1871, n. 260 riguarda il conguaglio dell' imposta fondiaria fra la Provincia di Roma e le altre provincie del Regno. Il nuovo catasto fabbricati, formato in base a rendita è andato in vigore a Roma dal primo gennaio 1872. I registri di questa serie, uno per ogni rione, sono composti da quinterni che si riferiscono a gruppi di isolati (o "isole") e sono sottoscritti dal perito aggiornatore. Ogni quinterno contiene la descrizione dei beni secondo la successione dei numeri di particella ed è organizzato su carte affrontate: su quella di sinistra è riportata la "Situazione delle proprietà costrutte secondo il catasto" ovvero quali risultavano dalle scritture catastali rinnovate nel 1868; in quella di destra è invece riportata la "Situazione di fatto" cioè quella risultante dai nuovi rilievi (2). Mancano i registri relativi ai rioni VI (Parione), VII (Regola) e XIII (Trastevere). L' intestazione di ciascun quinterno si presenta come segue: "Direzione del Censo di Roma . Provincia di Roma. Circondario di Roma. Rione (...). Comune di Roma. Aggiornamento del catasto urbano eseguito dal sottoscritto perito aggiornatore in seguito di locali ispezioni fatte nei giorni (...) del mese di (...) ed in corrispondenza della disposizione Ministeriale del giorno 11 luglio 1871" (1) Cfr. ASR, Presidenza del Censo, b. 1741, fasc. intitolato "Disposizioni preliminari per lo aggiornamento topografico e descrittivo del catasto dei fabbricati della Provincia Romana". (2) Per la mappa aggiornata cfr. gli allegati agli Aggiornamenti del 1871.chiudi
consistenza:
7 registri
Cancelleria del Censo (poi Agenzia delle imposte) di Roma. Catasti 1777 - 1891
Serie I - VIII: Roma, catasto urbano 1824 - 1885
Serie IV - Fabbricati: Trasporti dall' anno 1824 al 1875 1824 - 1875consulta
descrizione:
leggiIn questa serie sono registrati i cambiamenti di proprietà in seguito alla presentazione della istanza di voltura presentata dal nuovo possessore. La circolare della Presidenza del censo relativa all' impianto dei trasporti temporanei è del 27 maggio 1834, ma l' annotazione più antica che si trova nei registri di questa serie è del 1846 mentre la più recente è dell' anno 1881. All' inizio del primo registro otto carte fuori numerazione riportano gli "estimi totali del comune di Roma" dal 1846 al 1857, anno per anno con l' annotazione delle variazioni (carichi e scarichi). Sulla costola dei registri le carte sono chiamate "partite": Le intestazioni di impianto all' interno sono quelle del 1824. I riferimenti alle altre scritture catastali sono: nella finca di sinistra alle pagine dei Catastini (serie I), nelle finche centrali, da sinistra a destra nell' ordine: nuovamente ai Catastini (serie I), se il numero è accompagnato da una lettera; alle Intestazioni del 1868 se compare solo il numero; alla carta del trasporto corrispondente (stessa serie) ed alla Voltura (serie XXIII). La serie si compone di registri di grande formato rilegati in cartone duro a carte affrontate. Quasi tutti hanno di tanto in tanto delle carte non scritte. Mancano i registri V-VI (BC) e XXII (P) al cui interno era compresa, nell' ordine, la seguente numerazione di carte, 881-1360 e 4301-4500.chiudi